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La sindrome dell’intestino irritabile (IBS – Irritable Bowel Syndrome) è un disordine funzionale gastrointestinale (GI), cioè un insieme di sintomi causati da cambiamenti nel modo di funzionare del tratto gastro-intestinale. E’ un disturbo comune che colpisce l’intestino crasso (colon) e causa crampi, dolori addominali, gonfiore, diarrea e costipazione.

L’intestino crasso assorbe l’acqua e gli altri elementi nutritivi del cibo parzialmente digerito che proviene dal piccolo intestino e modifica i rifiuti da liquidi a solidi, le feci, che passano quindi dal colon al retto prima dell’evacuazione.

L’IBS non causa danni permanenti al colon, ma è un gruppo di sintomi che si verificano insieme, non una malattia a sè.

Nella maggior parte delle persone con IBS i sintomi migliorano man mano che imparano a controllare la loro condizione; solo un piccolo numero di pazienti hanno segni e sintomi invalidanti. Fortunatamente, a differenza di malattie intestinali più gravi come la colite ulcerosa e il morbo di Crohn, non provoca né infiammazione o cambiamenti permanenti nel tessuto intestinale, né aumento del rischio di cancro del colon-retto.

In molti casi è possibile controllare la sindrome dell’intestino irritabile gestendo la dieta, lo stile di vita e lo stress.

Sinonimi. In passato l’IBS è stata chiamata colite, colite mucosa, colon spastico, colon nervoso e intestino spastico. Il nome è stato cambiato per rappresentare la comprensione del fatto che il disturbo ha cause sia fisiche che mentali e non è un prodotto della fantasia di una persona.

Diagnosi. Si fa diagnosi di IBS quando una persona ha avuto dolore o disagio addominale almeno tre volte al mese per gli ultimi 3 mesi, senza altra malattia o infortunio che potrebbero spiegare il dolore. Il dolore o il disagio dell’IBS possono verificarsi con un cambiamento nella frequenza o nella consistenza della defecazione o essere alleviati da un movimento intestinale.

L’IBS è spesso classificata in quattro sottotipi sulla base della consistenza usuale delle feci di una persona. Questi sottotipi sono importanti perché influenzano i tipi di trattamento che hanno più probabilità di migliorare i sintomi.

I quattro sottotipi di IBS sono:

  • IBS con stipsi (IBS – C)
    • feci dure o nodulari per almeno il 25 per cento del tempo
    • feci lente o acquose per meno del 25 per cento del tempo
  • IBS con diarrea (IBS – D)
    • feci lente o acquose per almeno il 25 per cento del tempo
    • feci dure o nodulari per meno del 25 per cento del tempo
  • IBS Mista (IBS – M)
    • feci dure o nodulari per almeno il 25 per cento del tempo
    • feci lente o acquose per almeno il 25 per cento del tempo
  • IBS non specificata(IBS – U)
    • feci dure o nodulari per meno del 25 per cento del tempo
    • feci lente o acquose per meno del 25 per cento del tempo

Cosa si intende per “tratto gastrointestinale” (GI)? – Il tratto gastrointestinale comprende tutta la serie di organi cavi uniti in un lungo e tortuoso tubo dalla bocca all’ano, attraverso il quale le feci lasciano il corpo. Il cibo viene digerito dal movimento dei muscoli nel tratto GI, insieme con il rilascio di ormoni ed enzimi. Gli organi che compongono il tratto GI sono bocca, esofago, stomaco, intestino tenue, intestino crasso – che comprende appendice, cieco, colon e retto – e ano. Gli intestini sono a volte chiamati con il termine generico di “intestino”. L’ultima parte del tratto GI, cosidetto tratto GI inferiore, è formato da intestino crasso, retto e ano.

Quanto è comune l’IBS e chi è interessato? – Gli studi stimano che l’IBS colpisca dal 3 al 20% della popolazione adulta, con la maggior parte degli studi che vanno dai 10 ai 15%. Tuttavia, solo nel 5-7% della popolazione adulta è stata diagnosticata la sindrome. L’IBS colpisce circa il doppio delle donne rispetto agli uomini e si trova più spesso in persone di età inferiore ai 45 anni.

Fonte: U.S. Department of Health and Human Services – National Digestive Diseases Information Clearinghouse (NDDIC) – Ultimo aggiornamento Ottobre 2013

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  • Come faccio a capire l'origine e la natura del dolore?

    • Caratteristiche del dolore cronico

      Caratteristiche del DPC sono legate al sito di origine, alla sovraregolazione del segnale nervoso, alla disfunzione miofasciale, all’irritazione dei nervi, all’azione del cervello.

    • Come si fa la diagnosi di dolore pelvico cronico?

      La descrizione dettagliata e precisa del dolore e la visita medica permettono al medico di determinare i test e le procedure di laboratorio necessari per trovare le cause del dolore.

  • La valutazione accurata dei sintomi è essenziale per la diagnosi

    • Diverticolite

      La diverticolite è una condizione infiammatoria del colon che è più frequente con l’aumentare dell’età e può condurre alla formazione di ascessi all’interno dei recessi diverticolari.

    • Qual è la differenza tra dolore “acuto” e “cronico”?

      Il dolore acuto è quello che si manifesta quando il corpo è ferito, come nel caso di traumi o di infezioni, come nell’appendicite. Vi è una causa evidente per il dolore.

Quando consultare il medico: 
in caso di dolore cronico, può essere difficile sapere quando si deve andare dal medico. In generale, bisogna fissare un appuntamento con il medico se il dolore pelvico sconvolge la vita di ogni giorno, o se i sintomi sembrano peggiorare.

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