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Nella maggior parte dei casi, l’endometrite è causata da un’infezione multipla innescata da due o più patogeni che possono raggiungere l’utero dall’esterno per via vaginale o dall’interno per via ematica o linfatica:

Cocchi gram positivi: Staphylococco, Streptococco (in particolare Streptococco beta emolitico gruppo B)

Patogeni gram negativi: Escherichia coli, Klebsiella, Proteus, Enterobacter, Gardnerella vaginale, Neisseria gonorrhoeae

Batteri anaerobi: Peptostreptococcus, Bacteroide

Altri: Mycoplasma, Ureaplasma, Mycobacterium tuberculosis

Nel caso dell’endometrite batterica l’infezione è favorita dal parto e dall’aborto, dalle mestruazioni, dai tumori e si presenta con maggiore frequenza e rischio particolarmente elevato nel puerperio, quando la mucosa uterina si infetta in corrispondenza della zona d’impianto della placenta. Inoltre può trasmettersi in seguito ad infezioni presenti in altre sedi del tratto urogenitale. Un’endometrite non curata o curata male può innescare complicanze anche gravi, facendo precipitare il quadro clinico. Tra le possibili complicanze vi sono la peritonite, l’annessite, l’ascesso pelvico e l’ematoma pelvico. Purtroppo, mentre le infezioni localizzate alle basse vie genitali rimangono generalmente circoscritte, quelle a livello della cavità uterina hanno una maggiore tendenza a propagarsi all’intero organismo e provocare sepsi.

L’endometrite si presenta in due forme principali.

Endometrite acuta. Si manifesta generalmente quando viene superato il muco cervicale. Per questo motivo l’evento favorente più comune è il parto, che determina anche la dilatazione del collo uterino per qualche ora. Questa forma colpisce quindi più frequentemente le donne nel post parto ed è caratterizzata dalla presenza di micro-ascessi o agglomerati di neutrofili nelle ghiandole endometriali. Le donne sottoposte a parto cesareo sono più a rischio d’infezione endometriale rispetto alle donne che hanno partorito naturalmente: 19-40% verso 1-3%. La terapia antibiotica è di solito sufficiente per controllare l’infezione acuta.

Endometrite cronica. L’endometrite cronica è spesso la conseguenza di un’endometrite acuta non guarita o recidivante. Fortunatamente non è molto frequente perché la mestruazione favorisce la guarigione dell’endometrite, specie se questa non interessa lo strato basale. Si manifesta più spesso nelle donne non gravide ed è indicata la terapia antibiotica. La causa più frequente di endometrite cronica è la migrazione di germi dalla tuba all’utero: la tuba è molto vascolarizzata, ha un epitelio stabile ed è una delle porzioni dell’apparato riproduttore femminile più sensibile alle infezioni per via ematogena. In caso di salpingite si può sviluppare un’endometrite cronica specifica e aspecifica. La forma più comune di endometrite cronica specifica è quella tubercolare. Nelle forme croniche l’endometrio può andare incontro ad atrofia, per grave compromissione dello strato basale che impedisce la rigenerazione postmestruale dello strato superficiale.

Diffusione dell’infezione

I germi patogeni possono diffondersi per continuità, per via linfatica o per via ematica dando origine a complicazioni non sempre facilmente dominabili. Per continuità i germi possono raggiungere la tuba e dare luogo a una salpingite, possono raggiungere l’ovaio provocando una salpingo-ovarite e in casi eccezionali una peritonite. I germi patogeni possono raggiungere la tuba e l’ovaio per vie diverse, a seconda del batterio responsabile, e cioè: il gonococco per continuità lungo il lume della tuba, i germi piogeni per via linfatica o per continuità attraverso il tessuto connettivo. Il gonococco distrugge la mucosa interna della salpinge, con conseguente occlusione della tuba, mentre i germi piogeni tendono invece a localizzarsi nella parete della tuba, causandone l’ispessimento e l’infiammazione del peritoneo che lo riveste.

Endometrite
Endometrite: cause
Endometrite: sintomi e diagnosi
Endometrite: terapia

  • Come faccio a capire l'origine e la natura del dolore?

    • Caratteristiche del dolore cronico

      Caratteristiche del DPC sono legate al sito di origine, alla sovraregolazione del segnale nervoso, alla disfunzione miofasciale, all’irritazione dei nervi, all’azione del cervello.

    • Come si fa la diagnosi di dolore pelvico cronico?

      La descrizione dettagliata e precisa del dolore e la visita medica permettono al medico di determinare i test e le procedure di laboratorio necessari per trovare le cause del dolore.

  • La valutazione accurata dei sintomi è essenziale per la diagnosi

    • Fibromi

      I fibromi sono neoformazioni uterine, benigne, che raramente causano dolore acuto, a meno che non vadano in necrosi.

    • Qual è la differenza tra dolore “acuto” e “cronico”?

      Il dolore acuto è quello che si manifesta quando il corpo è ferito, come nel caso di traumi o di infezioni, come nell’appendicite. Vi è una causa evidente per il dolore.

Quando consultare il medico: 
in caso di dolore cronico, può essere difficile sapere quando si deve andare dal medico. In generale, bisogna fissare un appuntamento con il medico se il dolore pelvico sconvolge la vita di ogni giorno, o se i sintomi sembrano peggiorare.